Sanità e appalti. 10 arresti in Sicilia. Ai domiciliari commissario per l’emergenza Coronavirus

Bufera giudiziaria nella sanità Siciliana.
Una maxi operazione della Guardia di Finanza ha portato alla luce numerosi appalti che sarebbero stati pilotati nel settore della Sanità Siciliana. Un sistema che avrebbe consentito di gestire appalti milionari grazie alla complicità di imprenditori e funzionari pubblici.
L’operazione, denominata “Sorella Sanità”, è stata condotta dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Palermo. Gli indagati colpiti dall’ordinanza di misure cautelari firmata dal Gip del tribunale di Palermo sono complessivamente 12, dieci dei quali sono stati arrestati.
Gli investigatori avrebbero accertato un giro di mazzette che ruotava intorno alle gare indette dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana e dall’Asp 6 di Palermo per un valore di quasi 600 milioni di euro. Tra gli arrestati ci sono anche Antonio Candela, 55 anni, attuale Coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, fin ito ai domiciliari, , e l’attuale direttore dell’Asp di Trapani Fabio Damiani, sottoposto agli arresti in carcere.
Candela aveva ricoperto il ruolo di Commissario Straordinario e Direttore generale dell’Asp di Palermo, la più grande della Sicilia, ed era stato protagonista di numerose iniziative per la legalità rivecendo il plauso dell’allora presidente della Regione Rosario Crocetta e dell’assessore alla Sanità del tempo, Lucia Borsellino.
Le accuse
Gli indagati devono rispondere a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di 7 società, con sede in Sicilia e Lombardia, nonché di disponibilità finanziarie per 160.000 euro, quale ammontare allo stato accertato delle tangenti già versate: le tangenti promesse ai pubblici ufficiali raggiungono, però, una cifra pari ad almeno Euro 1.800.000. Le complesse indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria delle fiamme gialle palermitane – svolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti, videoriprese, esami documentali e dei flussi finanziari – hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un centro di potere composto da faccendieri, imprenditori e pubblici ufficiali infedeli che avrebbero asservito la funzione pubblica agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore della sanità pubblica.
Le articolate fasi del sistema corruttivo ruotavano intorno alle gare indette dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana e dall’ASP 6 di Palermo, disvelando le trame sottese all’accaparramento di appalti milionari del settore sanitario siciliano.Nello specifico sono state analizzate 4 procedure ad evidenza pubblica interessate da condotte di turbativa, aggiudicate a partire dal 2016, il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro.