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33 babbaluti incappucciati accompagnano il Cristo a San Marco d’Alunzio

La “Festa del Crocifisso” o “Festa dei babbaluti” si svolge l’ultimo venerdì del mese di marzo nel caratteristico borgo siciliano….

L’ ultimo venerdì di Marzo a San Marco d’Alunzio (Messina) si svolge la “Festa del Crocifisso” o “Festa dei babbaluti”, riferendosi ai portatori del fercolo del Cristo.
La ricorrenza apre in Sicilia i riti della Settimana Santa ed è la più sentita dal popolo aluntino. Emigrati e pellegrini raggiungono il piccolo borgo messinese per prendere parte ai festeggiamenti dedicati alla contemplazione della passione di Gesù.

I 33 “Babbaluti“, tanti quanti sono gli anni di Cristo, sono fedeli (uomini e donne) che indossano un saio blu con un cappuccio chiuso che lascia scoperti solo gli occhi e con ai piedi solo pesanti calze di lana o di cotone lavorate a mano. I fedeli incappucciati hanno semplicemente il ruolo di condurre in spalla il fercolo, la loro comparsa dunque è assolutamente limitata al tempo della processione (durante la S. Messa solenne, questi ultimi si recano in una chiesetta vicina per indossare il saio, quando la statua del crocifisso è già posizionata sul fercolo all’esterno della chiesa, i Babbaluti uscendo in fila per due giungono sul sagrato, prendono in spalla il fercolo e conclusa la processione, tornano a svestirsi nello stesso luogo.) Babbaluti significa penitenti e quindi le persone che si pentono dei loro peccati e scalzi, con indosso i “Piruna”, le pesanti calze di lana di pecora lavorate a mano, gridano al crocifisso il loro pentimento.

I babbaluti, per gli aluntini, sono solo una componente della “Festa del Crocifisso” che si ripete da secoli, sempre l’ultimo venerdì del mese di marzo. È un rito tra paganesimo e religiosità che si perpetua da secoli, da quando San Marco d’Alunzio, trentatré persone, tanti quanti furono gli anni di Cristo, incappucciati con dei sai blu, iniziarono ad accompagnare il fercolo portandolo in spalla.

I babbaluti portano la vara col Cristo in Croce, un’opera lignea del 1652 ed un quadro raffigurante l’Addolorata che viene trafitta da sette spade.

I babbaluti si schierano ai lati della vara e con delle lunghe aste di legno sorreggono il crocefisso ed il quadro mentre uno di loro, il capo, cammina all’indietro, rivolgendo sempre lo sguardo verso il Crocefisso. Tutti insieme ripetono all’unisono, per ore, la frase “Signuri, misericordia, pietà!“

Tra di loro ci sono anche delle donne, che come gli uomini chiedono una grazia oppure ringraziano per quella ricevuta. Chi non vuole rischiare di essere riconosciuto indossa anche i guanti.

Ad aprire le celebrazioni del Venerdì è la S. Messa delle 9.00 seguita dalla Coroncina contemplante le cinque piaghe del Corpo di Gesù; alle 11,00 poi, la S. Messa Solenne alla quale segue una breve processione del Corpus Domini lungo il perimetro esterno della Chiesa.

Riposto Gesù Eucaristia nel tabernacolo, si procede alla deposizione della statua di Gesù Crocifisso e della tela raffigurante la Vergine dei Sette Dolori dal proprio altare; la Croce sistemata sul fercolo insieme al quadro della Madonna, viene consegnata ai Babbaluti.

Con in spalla il fercolo di Gesù e la Madonna i Babbaluti attraversano le vie del caratteristico borgo messinese, lasciando l’eco di una lamentosa invocazione che penetra nel più profondo dei cuori: “Signuri, misericordia, pietà!”. Al rientro della processione in chiesa, il fercolo viene temporaneamente sistemato nella navata centrale. Le solenni funzioni riprendono nel pomeriggio, alle 16, quando il popolo stretto attorno al Crocifisso, contempla le 14 stazioni della Via Crucis. Concluso il pio esercizio della Via Crucis, la statua del Crocifisso ed il quadro della Madonna vengono posti nel sepolcro.

Più che una Festa, quella del SS. Crocifisso di Ara Coeli, è da intendersi come una celebrazione interamente dedicata alla contemplazione della passione di Gesù; dunque niente spettacoli pirotecnici o cantanti, poche le bancarelle, soltanto un corpo musicale a solennizzare gli eventi.

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