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Le maschere di Tricarico, tra le manifestazioni più importanti della Basilicata

Ripropone il suo antico rito, caratterizzato dalla sfilata delle tradizionali maschere di mucche e tori in transumanza…

Il Carnevale di Tricarico è tra le manifestazioni più importanti della Basilicata e uno dei carnevali più antichi della Regione e d’Italia con D.D. del 3 febbraio 2015. Oggi ripropone il suo antico rito, caratterizzato dalla sfilata delle tradizionali maschere di mucche e tori in transumanza, nel giorno in cui i cattolici ricordano Antonio Abate, il santo protettore degli animali. Proprio per questo viene riproposto un rituale di benevolenza, osservato dagli uomini e dalla “mandria”, che poi si muoveranno insieme per il centro storico e gli antichi rioni, accompagnati dal suono di sottofondo dei campanacci. La sfilata viene poi ripetuta l’ultima domenica di Carnevale. Si riporta, di seguito, la descrizione che ne ha dato Carlo Levi (tra i più significativi narratori del ‘900): «… andai apposta a Tricàrico, con Rocco Scotellaro. Il paese era svegliato, a notte ancora fonda, da un rumore arcaico, di battiti di strumenti cavi di legno, come campane fessurate: un rumore di foresta primitiva che entrava nelle viscere come un richiamo infinitamente remoto; e tutti salivano sul monte, uomini e animali, fino alla Cappella alta sulla cima …. Qui venivano portati gli animali, che giravano tre volte attorno al luogo sacro, e vi entravano, e venivano benedetti nella messa, con una totale coincidenza del rituale arcaico e magico con quello cattolico assimilante… ». La maschera da mucca è costituita da un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e decorato con lunghi nastri multicolori; la calzamaglia indossata è anch’essa decorata con nastri o foulard dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, alle braccia ed alle gambe. La maschera del toro è identica nella fattura, ma si distingue per essere completamente nera con alcuni nastri rossi. Ogni maschera ha un campanaccio, diverso nella forma e nel suono a seconda che si tratti di mucche o di tori. – Ci sono diverse interpretazioni alle maschere della mucca e del toro; – dallo spirito di rivendicazione sociale delle classi più povere verso il gruppo di potere; – alla messa in scena di riti pre-cristiani, poi “mediati” dal cristianesimo tramite la figura di Sant’Antonio abate; – inoltre mucche e tori sono raffigurati da persone che mimano le movenze degli animali e tra l’altro anche “la monta”. Tutta la rappresentazione, seppur rurale, non si discosta molto dalla realtà, dato che il Comune è tuttora attraversato da mandrie in transumanza. Fonte UNPLI

 

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