Etna, spettacolare eruzione. Il cielo si colora di rosso
Eruzione dell’Etna, boati e cenere su Catania…
Il risveglio con uno strato di cenere lavica che ha ricoperto Catania e molti centri etnei, le immagini che sui social si sprecano e che lasciano davvero a bocca aperta. È il giorno dopo la violenta e spettacolare eruzione del vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna, che per gli abitanti del luogo è femmina e chiamata affettuosamente “a muntagna”. È la loro montagna, quella con cui convivono da sempre e che da sempre alterna momenti di quiete a fasi in cui la sua intensa attività fa paura. Come per ogni “mostro sacro”, si prova per lei ammirazione, rispetto, timore e attaccamento e ieri pomeriggio la montagna l’ha ricordato.
L’Etna ha dato vita, per un’ora, ad una fase parossistica dal cratere di Sud-Est con fontane di lava incandescente alte diverse centinaia di metri, visibili da varie province siciliane e dalla Calabria, e una colata che si è riversata nella desertica Valle del Bove, raggiungendo quota 1.700 metri.
La spettacolare colonna eruttiva, accompagnata da una densa e gigantesca nube, dai colori surreali grazie al tramonto, come spiega l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo di Catania, è stata determinata dal parossismo ed era carica di cenere e lapilli, “si è alzata di alcuni chilometri sopra la cima del vulcano e, spinta dal vento verso sud, ha causato ricadute del materiale piroclastico sui centri abitati fino a Catania e nel siracusano, a decine di chilometri di distanza dall’Etna”.
Eruzione Etna, nessun pericolo per gli abitanti
Nessun pericolo per gli abitanti dell’area etnea, ma, a partire dalle 17.00 di ieri e con particolare intensità intorno alle 18.30, l’alta fontana di lava e l’attività accompagnata da forti boati hanno attirato l’attenzione di tutti: occhi puntati sul vulcano, quindi, ripreso da centinaia di smartphone, oltre che costantemente monitorato dalla sala operativa dell’Ingv di Catania, che ha evidenziato che si è trattato di un “fontanamento” di lava che a breve potrebbe esaurire la sua energia, sebbene la situazione sia in costante evoluzione. Le due colate laviche sono state particolarmente impressionanti per il loro rosso incandescente sceso sulla neve bianca come ferite sul fianco del vulcano.
Oltre ad una pioggia di cenere, sono caduti lapilli taglienti, anche di considerevoli dimensioni, di svariati centimetri di volume, arrivati fino a Catania e all’aeroporto internazionale Fontanarossa, coprendo la pista, le zone di rullaggio, i piazzali e tutta la viabilità perimetrale dello scalo, che è stato costretto a sospendere l’attività operativa, cancellando o dirottando 5 dei voli in arrivo o partenza. Oggi il “Vincenzo Bellini” è tornato operativo alle 9, dopo essere stata completata la sua bonifica con operazioni di pulizia della pista, andate avanti per tutta la notte, con l’impiego di 6 spazzatrici e 2 mezzi per il supporto tecnico, oltre che di 10 unità, per rimuovere la grande quantità di cenere vulcanica.
Previste per oggi anche le pulizie delle strade e la conta dei danni a veicoli, immobili, coltivazioni e altro. Pericolose e scivolose le strade a causa della presenza della cenere lavica. Pertanto, alcuni sindaci, compreso quello di Catania, Salvo Pogliese, emettono ordinanze per vietare la circolazione dei mezzi a due ruote e imporre il limite massimo di velocità a 30 chilometri orari.
Danni provocati da lapilli, lunghi anche 10 centimetri, su diversi paesi etnei, come Pedara, Nicolosi e Mascalucia. Il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, ha rivolto un appello al governo regionale siciliano affinché si attivi per la dichiarazione di calamità naturale in favore dei comuni etnei colpiti da cenere e lapilli, in seguito all’eruzione dell’Etna.
Al momento, fortunatamente, non risultano persone ferite. Per un effetto ottico, le colate laviche sembravano quasi raggiungere alcuni paesi, ma erano, in realtà, molto lontane. L’eruzione di ieri, comunque, ”non ha alcun rapporto con i terremoti”, dice il vulcanologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania Boris Behncke, che rassicura: “Non sono caduti frammenti di roccia incandescente su zone abitate… fisicamente impossibile”. “Si, l’Etna farà, un giorno, una nuova eruzione laterale – prosegue il vulcanologo – Se avviene a quote alte in un settore remoto, non ci saranno problemi. Se avviene a quote basse in un settore densamente popolato, sarà un grosso problema. Ma non sarà niente di straordinario, perché l’Etna queste cose le ha sempre fatte e le farà sempre”.
Per il momento, il vulcano si è placato ed è gradualmente diminuita l’emissione lavica dal cratere di Sud-Est. Pare che le colate laviche non siano più alimentate ed il flusso lavico principale si è diretto verso la parte centrale della Valle del Bove.
Tra disagi, danni e un po’ di paura, l’Etna ha dato spettacolo e fatto sentire la sua immensa forza ed il web è stato invaso da foto e video davvero emozionanti.