Etna, nuova spettacolare eruzione

Da settimane l’attività del vulcano Etna è intensa, 8 gli eventi parossistici dal 16 febbraio scorso…
Funghi di fumo e cenere, esplosioni e boati, fontane di lava e colate: l’Etna non smette di stupire. Non stiamo parlando di un vulcano qualunque, ma del più alto tra quelli attivi in Europa e di uno dei più belli al mondo.
Da settimane la sua attività è divenuta particolarmente intensa, si contano già 8 eventi parossistici dal 16 febbraio scorso. Quando il vulcano è tranquillo e nessun segnale fa pensare che stia per eruttare, scoppia improvvisamente l’inferno; quando tutti si aspettano un’eruzione, lui si placa silente. Perfino i vulcanologi, che lo studiano e monitorano costantemente, spesso restano spiazzati dalle azioni della “Muntagna”, tanto cara e temuta dagli abitanti delle sue pendici e dei paesi etnei, capace di distruzione, ma anche di donare benessere, con la sua terra fertile, la grande quantità di acqua, il legname, il materiale lavico. L’Etna riesce sempre a lasciare senza fiato, a non fare abituare alla sua presenza. Come un essere vivente, alterna periodi più o meno lunghi di quiete e riposo a fasi in cui la sprigiona la sua travolgente ed enorme energia antica, incutendo timore e rispetto per la forza maestosa della natura.
L’ultimo evento spettacolare è stato l’eruzione di ieri, 2 marzo. L’attività del cratere di Sud-Est è passata da stromboliana a fontana di lava. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania ha anche registrato un aumento rapido dell’ampiezza del tremore vulcanico, la cui sorgente è localizzata in corrispondenza del cratere di Sud-Est a circa 3.000 metri. Lapilli e cenere lavica hanno raggiunto diversi comuni del versante meridionale dell’Etna, come Catania, Nicolosi, Trecastagni, Pedara, Aci Sant’Antonio e San Gregorio. La loro caduta sulla pista dello scalo di Fontanarossa ha portato nuovamente all’interruzione dell’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.
Anche l’attività infrasonica del vulcano è stata sostenuta, sia nel tasso di accadimento che nell’energia degli eventi. Al momento si è placata la fontana di lava dal cratere di Sud-Est: è stato registrato un veloce decremento dell’ampiezza media del tremore vulcanico che si è attestato su valori medi. Anche l’attività infrasonica ha subito un decremento.
Anche la Nasa parla dell’Etna
Perfino la Nasa è stata stregata dall’Etna in eruzione. L’agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale degli Stati Uniti d’America ha pubblicato nel suo sito Internet, nella sezione “Apod” (Astronomy Picture of the Day), un’immagine notturna del vulcano in eruzione scattata dal fotografo palermitano Giuseppe Vella. L’Apod, che ogni giorno offre un’immagine differente del nostro universo, insieme ad una breve spiegazione di un astronomo professionista, ha scelto, per oggi, 3 marzo, lo scatto del fotografo siciliano del parossismo avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 febbraio scorsi.
“L’Etna – spiega l’astronomo della Nasa – sta eruttando da centinaia di migliaia di anni. Situato in Sicilia, in Italia, il vulcano produce fontane di lava alte oltre un chilometro. L’Etna non è solo uno dei vulcani più attivi della Terra, è uno dei più grandi, misura oltre 50 chilometri alla sua base e si erge a quasi 3 chilometri di altezza”. “Nella foto del mese scorso – prosegue lo scienziato – un pennacchio di lava spara verso l’alto, mentre la lava calda scorre lungo l’esterno del vulcano. Probabilmente i sentieri satellitari appaiono sopra, mentre le stelle antiche punteggiano il cielo in lontananza. Questa eruzione vulcanica è stata così forte che gli aeroporti vicini furono chiusi per impedire agli aerei di volare attraverso il pericoloso pennacchio”.



